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Soldi liquidi, la sponda dei familiari, tabaccai amici. E il bagarino digitale si arricchisce

Soldi liquidi, la sponda dei familiari, tabaccai amici. E il bagarino digitale si arricchisce

ROMA – Concerto di Vasco Rossi, Imola, maggio 2022. La signora Rosa – modenese, 52 anni, una grande fan di Vasco – non vuole perdere l’evento. Ed è disposta a un sacrificio importante.

Per questo, va sulla piattaforma Viagogo e acquista 4 biglietti per la serata, con la sua carta prepagata. Prezzo finale: 577 euro. E’ quasi il doppio del prezzo ufficiale dei tagliandi (pari a 299 euro).

Undici mesi dopo, a sorpresa la Guardia di Finanza contatta la signora Rosa – sorpresa, spaventata – e le chiede informazioni dettagliate su quell’acquisto a tariffe maggiorate. Rosa collabora, con una lunga email.

In tutta Italia

I finanzieri sono sulle tracce di bagarini digitali sospettati di fare incetta di ingressi (nei canali legali di vendita) per poi rivenderli a caro prezzo (su un mercato parallelo).

Alla fine, quando tira la rete in spiaggia, la Guardia di Finanza ha individuato 90 bagarini dell’era di Internet, sparsi in tutta Italia. Ma è una coppia di persone, attive in Emilia, ad attirare la sua attenzione.

Queste due persone spendono tanti soldi – più della media – per comprare (a cifre ordinarie) i biglietti che poi saranno rivenduti a tanto di più. Sono dei pesci grandi.

La prima persona, tra gennaio 2022 e marzo 2023, acquista 1.888 ticket di concerti investendo 163 mila 379 euro. L’uomo ha 47 anni e viene ora multato dal Garante per le Comunicazioni (l’Agcom) per 675.000 euro.

Gli strumenti di pagamento

La seconda persona compra altri 838 ticket, per 75 mila 94 euro. Lui ha due anni in più, 49. Ai Finanzieri, che la interrogano, giurerà di aver usato strumenti di pagamento riconducibili alla prima persona, il sanzionato. Il punto non è chiaro.

Per vendere i tagliandi, tendenzialmente al doppio del prezzo originario, la prima persona utilizza un profilo che ha aperto sulla piattaforma Viagogo (la stessa visitata dalla signora Rosa, appassionata di Vasco Rossi).

Qui non tutto fila liscio. I Finanzieri accertano che soltanto il 60% degli ingressi viene venduto davvero (e non sempre al doppio del prezzo: Viagogo incoraggia a praticare sconti, se la domanda per un evento è bassa).

I circuiti per i fan

Un altro 20%, il bagarino digitale lo riporta su due circuiti perfettamente leciti perché la richiesta su Viagogo è fiacca, per alcuni concerti. I circuiti sono Vivaforfan e soprattutto Fansale.

Un ultimo 20% di ticket resta sul groppone del bagarino, invenduto.

Ma come fanno i bagarini digitali italiani a comprare così tanti biglietti sulle piattaforme legittime, quelle che li offrono per prime e a prezzi normali? Sfruttano i bug, le vulnerabilità di queste piattaforme lecite.

Lo stesso numero

Una piattaforma (famosissima) permette di registrare più profili con il medesimo numero di telefono: ecco la prima vulnerabilità. La stessa persona, con lo stesso numero, riesce a fare razzia di ingressi.

E quest’attività è facilitata se questa persona utilizza – come ulteriore arma – i nomi e i numeri di suoi familiari.

Un’altra piattaforma permette di aprire un profilo e, poi, di modificarne continuamente l’anagrafica (nome e cognome): ecco la seconda vulnerabilità, funzionale all’accaparramento dei biglietti.

La fornitura sottobanco

Quando le piattaforme legittime non forniscono ticket a sufficienza, entra in campo l’amico tabaccaio. E’ il titolare di un punto vendita fisico, anch’esso lecito, che però alimenta i bagarini digitali con tanti ingressi forniti sottobanco.

Ai finanzieri che gli chiedono conto delle sue azioni, il tabaccaio risponderà di aver agito per senso di rivincita: ce l’aveva a morte con le piattaforme legali di vendita che schiacciano gli esercizi piccoli come il suo.

Stesso identico meccanismo, alla fine: prezzo iniziale normale (dal tabaccaio), prezzo finale di vendita super-maggiorato nelle mani dei bagarini digitali.

La Repubblica

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