Una governante incriminata dopo aver pubblicato sui social media una foto in cui indossava un abito rubato al suo capo in MG

Una donna delle pulizie di 46 anni è stata incriminata per furto a Uberlândia, Minas Gerais, dopo aver mostrato sui social media uno degli abiti costosi rubati dalla casa della sua datrice di lavoro. Gli abiti erano scomparsi da gennaio, ma la proprietaria dell'abitazione – una donna d'affari di 38 anni – non sospettava della sua dipendente. Questo fino a quando la donna delle pulizie stessa non ha pubblicato sulla sua pagina foto che mostravano uno degli abiti rubati.
Il nome della sospettata non è stato reso noto, il che ha reso impossibile contattare la sua difesa.
La Polizia Civile di Minas Gerais ha eseguito l'Operazione Makeup per ottemperare a un mandato di perquisizione e sequestro presso l'abitazione della domestica, nel quartiere Jardim Botânico. Nell'immobile sono stati rinvenuti gioielli, vestiti, accessori e prodotti di bellezza appartenenti alla datrice di lavoro.
Secondo le stime della polizia, il valore della merce potrebbe raggiungere i 700.000 real, poiché tra i beni rubati figurano articoli di marca, profumi costosi e gioielli. I prodotti recuperati saranno restituiti ai legittimi proprietari.
Secondo l'indagine, i furti si erano verificati da gennaio, gradualmente e in piccole quantità, il che rendeva difficile per la vittima accorgersi immediatamente della scomparsa degli oggetti. Quando si accorse che i suoi effetti personali mancavano ripetutamente, decise di sporgere denuncia alla polizia.
L'agente di Polizia Civile che ha indagato sul caso ha iniziato a controllare i social network delle persone che frequentavano l'abitazione della vittima. È stato allora che si è imbattuto in foto dell'addetto alle pulizie che indossava un indumento descritto come refurtiva.
La donna non è stata arrestata, ma potrebbe essere accusata del reato di furto qualificato.
Il nome dell'operazione si riferisce al tentativo del sospettato di "insabbiare" i fatti. Secondo la polizia, nel corso dei mesi la donna ha sfruttato la fiducia guadagnata dal suo datore di lavoro per inventare storie, arrivando persino a insinuare che i furti potessero essere stati commessi da altre persone che frequentavano la casa.
IstoÉ