Un altro addio per Elon Musk (e Tesla): lascia il responsabile vendite in Nordamerica

ROMA – Non è passato neanche un mese dall’addio di Omead Afshar, uno dei manager più vicini a Elon Musk, che in casa Tesla devono fare i conti con un altro divorzio. Stavolta a lasciare l’azienda texana è il vicepresidente vendite, assistenza e consegne in Nordamerica, Troy Jones, secondo quanto riporta il Wall street journal.

Jones è stato al timone di quello che resta il mercato più grande per le auto elettriche di Musk e lascia l'azienda dopo 15 anni, in un momento nel quale Tesla è alle prese con un significativo calo delle vendite iniziato quando il suo fondatore è entrato nell’amministrazione di Donald Trump e proseguito nonostante l’addio alla Casa Bianca dopo le divergenze sul “Big Beautiful Bill”. Ovvero sulla manovra finanziaria cara a Trump, che da un lato taglia di circa mille miliardi di dollari la spesa per il Medicaid e dall'altro farebbe esplodere il debito pubblico americano. Almeno secondo Musk. E anche una lunga lista di economisti internazionali.

L’ultimo in ordine cronologico è il premio Nobel per l’Economia 2013, Robert Shiller, che in un’intervista a Repubblica spiega come il debito a stelle e strisce “salirà dagli attuali 37 a 47mila miliardi nel 2030, il 132% del Pil”, e come il comandante in capo non si sia “curato di alzarlo di altri 3-4 trilioni”. Con il Big Beautiful Bill, appunto.

Il caso Afshar non ha fermato emorragia dei manager. Prima di lui anche la direttrice delle Risorse umane per il Nordamerica, Jenna Ferrua, aveva mollato Musk. Eravamo a giugno. All'inizio dell’anno, invece, era stato Milan Kovac, alto dirigente del settore dell'Intelligenza artificiale, a prendere un’altra strada. Ora tè la volta di Jones.