Presidio farmacisti davanti alla sede di Federfarma: ecco di cosa si è discusso


Nella foto la rappresentanza dei farmacisti che ha incontrato Federfarma (foto Schicchi)
Bologna, 20 giugno 2025 - Filcams Cgil Bologna, Fisascat Cisl Area Metropolitana Bolognese e Uiltucs Emilia Romagna hanno tenuto, nella giornata di venerdì 20 giugno 2025, un presidio presso la sede di Federfarma in via Garibaldi a Bologna, in un momento di tensione legato al rinnovo del contratto collettivo nazionale dei farmacisti le cui trattative hanno avuto inizio a partire da agosto 2024. Dopo esattamente 10 mesi dalla scadenza del precedente, stipulato nel 2021, i negoziati si sono bruscamente interrotti per via della mancata volontà di Federfarma di accettare le proposte di miglioramento delle condizioni lavorative effettuate dai sindacati coinvolti. Tra le questioni che maggiormente hanno tenuto banco sul tavolo degli accordi figura la mancata disponibilità della Federazione, che rappresenta le oltre 18mila farmacie private presenti nel suolo italiano, ad accettare l'aumento salariale mensile 360 euro avanzato dalle unioni sindacali: si tratta di un valore doppio rispetto ai 120 mensili proposti a sua volta dalla stessa Federfarma che ha reso non poco insoddisfatti i sindacati coinvolti, pronti all'eventuale scontro in caso di mancato riconoscimento dei diritti.
Le richieste dei sindacati"Ci hanno fatto i complimenti perché erano davvero tanti i farmacisti presenti al presidio - dichiara Antonello Giuliana di Fisascat-Cisl, Area Metropolitana del Bolognese -, con l'intento di rappresentare un settore che ha vissuto sempre nell’ombra. Federfarma Bologna e Federfarma Emilia-Romagna si faranno promotrici di portare le istanze presentate oggi ai massimi livelli nazionali. La farmacia è passata dall'essere un dispensatore del farmaco a diventare un presidio sanitario di prossimità, dove vengono effettuati servizi che prima non esistevano e che fanno da complemento al servizio sanitario nazionale. Da parte nostra abbiamo aggiunto, tuttavia, che questo percorso di evoluzione non può prescindere da tutti quelli che lavorano all'interno delle farmacie, sempre in prima linea in tutta Italia. Le principali richieste che abbiamo presentato sono un maggiore riconoscimento della professionalità, la possibilità di corsi di formazione in orario di lavoro, la conciliazione dei tempi di vita e lavoro per un maggiore equilibrio del lavoratore, una migliore regolamentazione della flessibilità lavorativa e un riconoscimento economico adeguato con conseguenti aumenti salariali. Siamo soltanto all'inizio del percorso di mobilitazione e le iniziative sono articolate a livello nazionale in contesti come assemblee e presidi. In caso non si dovesse riattivare il tavolo di confronto, saremmo anche disposti ad arrivare allo sciopero dell'intero settore". Le parti si possono accordare in tempi brevi, ma perché questo succeda è necessario un ulteriore avvicinamento.
"Bisogna tutelare la figura del farmacista""Il presidio di oggi consiste nel primo passo dopo la rottura del tavolo del tavolo per il rinnovo del contratto delle farmacie private - rivela Mariano Vendola di Filcams Bologna -. La proposta di Federfarma è di un aumento salariale di 120 euro in 3 anni, ben lontano dai 360 euro che abbiamo richiesto. Questa proposta è legata al precedente rinnovo arrivato nel 2021, ma dopo ben 10 anni da quello precedente: per il medesimo periodo, di conseguenza, è rimasto bloccato anche un eventuale aumento della retribuzione e il potere di acquisto si è ridotto. Aggiungo anche che le facoltà di farmacie sono ora meno frequentate, i farmacisti preferiscono andare a insegnare o a lavorare nelle case farmaceutiche. Essendo il farmacista rappresentante di un presidio che si trova in prima linea in tutta Italia, perdere una figura come questa è dannoso oltre che per la popolazione anche per il singolo settore".
İl Resto Del Carlino