Artigianato in crisi. In FVG calo del 19,9% dei professionisti in 10 anni

Artigiani sempre più anziani e sempre meno reperibili, tanto da far temere una futura estinzione di alcuni specialisti dell’arte manuale. Origina da qui la profonda crisi dell’artigianato, che a livello nazionale ha registrato un calo di oltre il 20% dei professionisti in 10 anni, toccando al cuore anche il Friuli Venezia Giulia. E’ quanto evidenziato da una ricerca dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre, secondo la quale nella nostra regione si è passati dalle 38.885 unità del 2014 alle 31.128 del 2024. Nell’analisi delle singole province, Gorizia registra la contrazione più significativa, pari al 23,2%; segue Udine con un -21,2; poi Pordenone, -20,7; infine Trieste che limita il trend negativo a un -11,9%. Le cause vengono attribuite anche alla concorrenza della grande distribuzione e del commercio elettronico, oltre che agli innalzamenti di tasse e prezzi degli affitti; tuttavia i consumatori non sono immuni da responsabilità, considerata la tendenza a preferire la produzione in serie e le consegne a domicilio, sfavorendo i prodotti fatti a mano e su misura. Il crollo vertiginoso è stato attenuato dal solo reparto infrastrutturale, che ha goduto degli investimenti correlati al PNRR e al Superbonus 110%, mentre la vera e propria controtendenza si è registrata nei settori del benessere, con aumento di parrucchieri, estetiste, pizzaioli e gelatai, e in quello dell’informatica, forte del numero crescente di sistemisti, video maker e addetti al web marketing.
Tra le soluzioni possibili, oltre all’attesa riforma politica della legge quadro n° 443/1985 sull’artigianato, rientra la proposta d’istituzione di un reddito di gestione delle botteghe commerciali e artigiane, per chi gestisce o inaugura un’attività nei centri minori; ma si guarda anche al settore della formazione.
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