Il Tribunale Nazionale respinge il veto del CEOE su Pimec nella commissione intese.

Il Tribunale Nazionale ha respinto le misure cautelari richieste dalla CEOE (Commissione Economica Spagnola per la Spagna) per impedire a un membro del Pimec di aderire al Comitato Consultivo Nazionale per i Contratti Collettivi. In due sentenze, la Sezione del Contenzioso Amministrativo ha stabilito che non vi era motivo di applicare tali misure, poiché la nomina dei membri non creava "una situazione irreversibile" e sussisteva sempre la possibilità di "retroattività delle azioni intraprese", non arrecando quindi un danno difficilmente riparabile al ricorrente. Pertanto, il Tribunale continuerà a esaminare il ricorso attraverso le vie ordinarie.
Il rigetto di questo ricorso con due sentenze di giugno, ora note, ha permesso al governo di nominare la scorsa settimana i nuovi membri di questa commissione di contrattazione collettiva. Tra questi, cinque membri del CEOE e del Cepyme, e uno del Pimec, il cui segretario generale è Josep Ginesta. Ciò ha anche reso possibile la riunione odierna della commissione, a cui per la prima volta partecipa l'associazione dei datori di lavoro catalani.
Il Tribunale nazionale non ravvisa un "danno irreparabile" tale da giustificare l'applicazione delle misure cautelari richieste da Garamendi.La sentenza afferma che non sussiste alcun danno irreparabile o difficilmente riparabile. Anche se l'ordinanza ministeriale fosse attuata in tutti i suoi aspetti, "non si creerebbe mai una situazione irreversibile che causerebbe danni difficilmente o impossibili da riparare", si legge nella sentenza.
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Nel suo ricorso del 22 aprile, il CEOE ha invocato due motivi, chiedendo la sospensione dell'ordinanza ministeriale che stabilisce una nuova ripartizione dei membri all'interno di questo organo consultivo sui contratti collettivi. Il primo è quello di mettere in discussione la rappresentatività di Pimec, che ritengono limitata e residuale. Sottolineano che, secondo la dottrina della Corte Suprema, la rappresentatività non implica automaticamente il diritto assoluto di partecipare agli organi consultivi, ma piuttosto vanno considerati i principi di proporzionalità e di territorialità. Secondo questi criteri, Pimec non soddisfa i requisiti minimi stabiliti. Il secondo argomento fa riferimento all'integrazione di Pimec in una confederazione nazionale, come Conpymes, che la renderebbe inabile a ricoprire una carica nel consiglio dei contratti collettivi.
Questa mossa dell'associazione dei datori di lavoro si inserisce nella resistenza di CEOE e Cepyme a cedere il protagonismo ad altre associazioni imprenditoriali, come Pimec. Questa battaglia si sta ora combattendo in questa commissione di contrattazione collettiva, a cui l'associazione dei datori di lavoro catalana ha già partecipato; e presto si sposterà al Consiglio Economico e Sociale, dove si discuterà anche della sua partecipazione. Su questa stessa linea, in occasione delle nuove nomine nella commissione di contrattazione collettiva, il presidente del CEOE, Antonio Garamendi, ha accusato la Ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, di aver interrotto il dialogo sociale.
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