Salone di Genova, bene i grandi yacht ma vende anche la piccola nautica


Il Salone nautico di Genova chiude i suoi sei giorni di esposizione (18-23 settembre) con un bilancio positivo, sia sotto il profilo delle barche vendute, come testimoniano le aziende presenti alla kermesse (anche quelle della piccola nautica), sia sotto il profilo dei visitatori, che sono stati 124.248, il 2,8% rispetto ai 120.864 del 2024. Restano alcuni nodi da sciogliere: le infrastrutture, sia logistiche che di accoglienza, offerte dal territorio (non sempre soddisfacenti), e le date della prossima edizione. Diversi cantieri, infatti, lamentano il fatto che la manifestazione italiana sia troppo schiacciata tra il Cannes yachting festival (9-14 settembre) e il Monaco Yacht Show (24-27 settembre).
«I grandi - ha detto Piero Formenti, presidente di Confindustria nautica, che ha organizzato (come di consueto) l’esposizione - mi hanno detto ieri in consiglio che sono andati molto bene: hanno venduto. I medi anche. E gli accessoristi sono soddisfatti. Ma ciò che mi ha stupito è la piccola nautica, che era la più preoccupata di un eventuale peggioramento del rallentamento che c’è stato nelle vendite. Invece hanno venduto. Direi che, chi ha performato meglio in questo Salone, è proprio chi ci si aspettava non performasse. Siamo riusciti a portare clienti per i superyacht, per le taglie medie ma anche per la piccola nautica, che era in sofferenza. Molti i clienti italiani e un po’ di clienti vicini; gli stranieri ci sono ma ne avremo di più se si concretizzeranno le infrastrutture di collegamento di Genova».
È già difficile, ha proseguito, «arrivare all’aeroporto se si è italiani; figuriamoci se si viene dall’estero. Si potrebbe arrivare da Milano, ma non c’è una ferrovia veloce che porti qui. Poi vorremmo autostrade che non siano un percorso a ostacoli. Vogliamo fare arrivare il turismo del lusso? Quali sono gli hotel in cui li possiamo accogliere? Sono questioni che vanno risolte e sulle quali abbiamo un dialogo aperto sia col governatore lugure, Marco Bucci, sia con la sindaca di Genova, Silvia Salis». Quanto alle date del prossimo Salone, «è un argomento in evoluzione. Ogni anno se ne parla, se ne discute e si scelgono pro e contro, valutando gli aspetti più convenienti e meno convenienti. Deciderà democraticamente il consiglio di Confindustria nautica, a ottobre».
Da Genova, ha affermato Alberto Galassi, ceo di Ferretti group, «ci è arrivato un segnale buono e abbiamo avuto delle belle vendite; sono molto contento di come è andato il Salone: più 15% di presenze rispetto all’anno scorso. Però sono prevalentemente italiane; cioè, su 350 visitatori selezionati che sono venuti da noi, abbiamo contato 320 italiani, più qualche svizzero. E se siamo contenti che vada bene l’Italia, dobbiamo anche dire che non ci cambia la vita, perché per noi, come gruppo, l’Italia vale non più del 10% del fatturato». E, sulle date, «in passato il Salone - ha sottolineato - è sempre stato in ottobre, non capisco perché l’abbiamo anticipato. Del resto, noi le preview le facciamo da anni a Cannes, o a Monaco. Se però il Nautico fosse a ottobre, magari qualche barca che non è pronta a settembre si potrebbe presentare a Genova».
Anche secondo Massimo Perotti, patron di Sanlorenzo, «occorre un po’ riposizionare le date, perché così diventa quasi invivibile: non hai tempo di finire un boat show che ne inizia un altro. L’ultimo giorno di salone, poi, apre un lavoro massacrante di trattative, prove in mare, clienti, contratti. E se passi da un salone a un altro dopo un giorno, tutto questo lavoro si sovrappone. Soffrono, in particolare, i grandi gruppi come Azimut Benetti, Ferretti e Sanlorenzo, che vanno a tutti e tre i saloni. E non dimettiamoci che, questi tre gruppi, oggi totalizzano, complessivamente, la bella somma di 3,7 miliardi di fatturato».
In merito alle date di Genova, ha aggiunto, «si può pensare di fare il Salone a ottobre ma pavento un po’ le “sciacquate” d’acqua caratteristiche di quel mese, che sono state la ragione per cui l’avevamo anticipato. Meglio sarebbe negoziare nuove date con Cannes e Monaco, perché oggi l’industria italiana è talmente forte, che se lo può permettere. Parliamoci chiaro, se oggi i produttori italiani non andassero a Cannes, il boat show francese morirebbe. Quindi se, per esempio, Cannes e Monaco facessero le loro esposizioni nella stessa settimana, con una ripartizione rigorosa, le barche sotto i 40 metri a Cannes, le barche sopra i 40 metri a Monaco, a quel punto si creerebbe un nuovo spazio per Genova; che ritengo dovrebbe avere un solo weekend di esposizione, ma a 15 giorni di distanza dagli altri due saloni. Confermo, peraltro, che la sensazione è che, anno dopo anno, quello di Genova diventi sempre di più un salone per gli italiani o per il Sud Europa. Vengono i francesi, viene qualche spagnolo, qualche greco. I clienti sono arrivati e abbiamo venduto; questo vuol dire che, comunque, l’economia italiana è solida».
Per chi partecipa ai tre saloni, ha affermato, da parte sua, Barbara Amerio, al timone di Amer yachts, «è necessario spostare in tempo le barche. Stiamo discutendo in associazione, in modo molto inclusivo e democratico, per valutare le differenti opzioni valide per tutti i comparti. Quest’anno, peraltro, l’afflusso al Salone è stato buonissimo; nel week-end, abbondante il sabato e la domenica un po’ sotto la media, ma con clienti di qualità. Abbiamo sempre un buon numero di stranieri, a dispetto di quello che si sente dire: c’è una parte di clientela internazionale, oltre a quella nazionale. La provenienza è soprattutto da Paesi dell’Est, ma ci sono anche persone che in preview, in attesa di Monaco, che vengono a vedere Genova: soprattutto turchi».
Per le vendite, «le trattative - ha chiosato - sono soprattutto sul segmento più elevato, da 30 metri in su, e anche sull’usato, perché ce n’è in abbondanza. E gli italiani sono interessati, sia per il nuovo che per l’usato, alle barche sotto i 24 metri. Si conferma, isomma, il trend di sempre: gli italiani, per legislazione, problemi di patenti e posti barca, preferiscono rimanere su grandi yacht ma registrati sotto i 24 metri. Cominciamo anche ad avere le prime richieste di charter, che saranno usati durante la Coppa America. E questo è un punto di svolta: ritorna un interesse molto grande sul charter, focalizzato proprio sugli eventi dell’America’s cup».
Anche secondo Marco Valle, ad di Azimut Benetti, «quello di Genova è stato un salone positivo e ben organizzato. L’affluenza di pubblico, da tutta Italia, ha soddisfatto i nostri dealer e abbiamo firmato per sei o sette barche di dimensioni e tipologia differenti». Nessun commento, invece, sul possibile spostamento di date per la prossima edizione del Nautico.
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