Rottamazione decisiva in Manovra, l’opposizione ritira gli emendamenti

Il cantiere della prossima Legge di bilancio si apre ufficialmente con l’arrivo del Documento programmatico di finanza pubblica, atteso in Parlamento entro il 2 ottobre.
Ed è così che si torna di nuovo a parlare di Rottamazione delle cartelle. Il governo la presenta come una leva per rilanciare il gettito e allo stesso tempo ridisegnare il rapporto, conflittuale, tra Stato e contribuente.
Sullo sfondo, restano le attese di Bruxelles e i vincoli del nuovo Patto di stabilità, che obbligheranno l’esecutivo a calibrare ogni scelta.
Il ministro Giorgetti non si espone sulla RottamazioneSe per Nanni Moretti le parole sono importanti, per il ministro Giancarlo Giorgetti la scelta di queste non è secondaria. Parla di pace fiscale, la parola rottamazione non la ritiene adatta:
L’obiettivo è la pace fiscale, un termine migliore di rottamazione, che non so perché mi sembra un termine negativo. Pace fiscale è un termine più chiaro. È una battaglia storica della Lega, ci stiamo lavorando. Siamo ormai in vista di un risultato che ritengo assolutamente ragionevole, utile, per dare la possibilità a chi si trova in questa situazione di rifiatare e continuare a contribuire.
Durante un collegamento a Pesaro, il ministro dell’Economia ha voluto così chiarire l’impostazione di fondo della cosiddetta pace fiscale. Non si tratterebbe, nelle intenzioni del governo, di un semplice intervento per svuotare i cassetti del fisco o archiviare vecchi contenziosi, ma di un’operazione più ampia, con una valenza economica e sociale. Ha detto:
L’obiettivo non è solo chiudere i contenziosi fiscali, ma permettere a cittadini e imprese di tornare a respirare, di concentrarsi sul lavoro e di onorare i propri impegni nei limiti delle possibilità reali.
Tra le righe, si può leggere quindi che anche il ministro è a conoscenza dell’enorme pressione fiscale di questo paese, che ammonta al 42,5% del Pil. Siamo appena dietro a Francia e Danimarca, ma la differenza la fa il reddito, e quello italiano è sotto i 33mila euro in media.
Addio quindi alla narrativa del condono. Almeno nelle intenzioni la Rottamazione pensata da Giorgetti non sarà una scorciatoia per pochi furbi, ma un percorso di rientro sostenibile per chi non riesce a pagare le tasse.
La strategia parlamentare delle opposizioniPd, M5S e Avs hanno scelto di ritirare gli emendamenti del disegno di legge sulla Rottamazione. Gli emendamenti ritirati sono 113 su 114: sul tavolo c’è ora solo la proposta firmata da Forza Italia. La misura, comunque, troverà spazio nella Legge di bilancio: lì il governo scriverà la versione definitiva.
Ma il passo indietro delle opposizioni non va letto come un’apertura. È, piuttosto, una sospensione strategica. Pd, M5S e Avs hanno deciso di fermarsi per ora, giudicando il testo ancora troppo debole per un confronto serio.
La senatrice Cristina Tajani (Pd) ha parlato di una misura che, così com’è, rischia di lanciare un messaggio sbagliato: che non pagare convenga. Le opposizioni aspettano ora che il governo scopra le carte, soprattutto quelle finanziarie, prima di tornare all’attacco.
Il gettito atteso dal concordato preventivoIl 30 settembre scade la finestra per il concordato preventivo, uno strumento con cui il Tesoro conta di incassare nuove e veloci entrate da destinare alla Manovra. Una misura poco fortunata, solo l’11% degli aventi diritto ha partecipato.
Il suo esito, che genera liquidità immediata per lo Stato, sarà decisivo per capire se il governo potrà presentare politiche fiscali credibili e sostenibili.
Contributi dalle bancheNon è escluso che anche le banche siano chiamate a dare un contributo straordinario, come già accaduto lo scorso anno con l’anticipo delle Dta.
Qui Giorgetti ha spiegato che il dialogo con il settore avverrà senza scontri ideologici ma pratici. Ha ricordato che alcuni comparti hanno pagato a caro prezzo l’aumento dei costi energetici, mentre altri, come quello bancario, hanno registrato utili molto consistenti. Per fare un esempio concreto, nel 2024 gli utili delle banche sono stati di 46,5 miliardi di euro.
In questa logica, ha detto, è giusto che chi ha tratto vantaggio da questa fase economica aiuti a sostenere lo sforzo fiscale collettivo.
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