Pezzotto, arrivano le prime condanne: 4 anni in carcere e 22 mila euro di multa

Sono state emanate le prime condanne per l’organizzazione di una Iptv illegale, il cosiddetto pezzotto, che trasmetteva le partite del campionato di calcio di Serie A e quelle della Champions League. Le due persone che sono state ritenute responsabili hanno ricevuto pene da scontare in carcere, una delle quali sospesa.
I due dovranno anche pagare una multa da 22 mila euro, mentre a seguito della condanna sono state inviate anche le sanzioni per i clienti della Iptv. In questo caso, gli importi variano tra i 53 e i 5 mila euro.
Le prime condanne per il PezzottoL’inchiesta che ha portato alle condanne era stata condotta nel 2024 e si era conclusa a dicembre. A essere smantellata era stata Italia Tv, una Iptv (televisione trasmessa via internet) che operava da una centrale nella periferia nord di Napoli. Le condanne alle due persone ritenute gli organizzatori dell’operazione sono state di quattro anni e quattro mesi e di un anno e quattro mesi, quest’ultima sospesa. Un terzo complice aveva già patteggiato nei mesi scorsi un anno di carcere.
La Iptv trasmetteva le partite di campionato e di Champions League normalmente visibili soltanto attraverso tre diversi abbonamenti. Le aziende lese sono infatti Dazn, concessionario principale dei diritti della Serie A, Sky, che trasmette sia alcune partite di Serie A, sia la Champions League, e Amazon Prime, che trasmette alcune partite della massima competizione calcistica europea. In totale, gli abbonamenti a questi servizi a prezzo pieno costano 700 euro all’anno circa.
L’abbonamento al cosiddetto pezzotto costava invece 10 euro al mese o, in alternativa, 80 euro per tutto l’anno. Ora che gli organizzatori sono stati condannati, cominceranno ad arrivare le multe anche agli utenti.
Le multe per gli utentiLa nuova legge sulla pirateria prevede che anche i clienti delle organizzazioni che aggirano gli accordi sui diritti di trasmissione possano essere multate. Una sanzione che fino a questo momento è stata applicata agli utenti del pezzotto, sia perché una volta smantellata una Iptv in Italia è molto semplice risalire agli Ip dei clienti e di conseguenza ai nominativi degli abbonati, sia perché, nel caso del decoder illegale, è molto più semplice provare che anche i clienti erano perfettamente a conoscenza del fatto che le trasmissioni erano illecite.
Le prime multe sarebbero già state pagate. Il loro importo è compreso tra i 53 e i 5.000 euro, a seconda soprattutto della recidiva. Essendo una delle prime inchieste di questo tipo ad arrivare a una condanna, in questo caso gli importi saranno molto più vicini al minimo rispetto che al massimo previsto.
L’Ad della Serie A contro la pirateriaIn occasione degli Stati generali contro la pirateria, tenutisi a Roma lo scorso 18 giugno, l’Amministratore delegato della Serie A Luigi De Siervo ha accusato il pezzotto e gli altri metodi di fruizione illegale di essere responsabili dei risultati deludenti della Nazionale di calcio maschile:
Molti si interrogano su come mai la nostra Nazionale sia in questa situazione e perché manchino i talenti, una motivazione sono le perdite dovute alla pirateria. Tutti i soldi che ogni anno vengono persi non vengono investiti nei vivai e nella crescita dei nostri giovani, una grande problematica che ha portato la nostra Nazionale ad affrontare molte difficoltà.
In realtà la pirateria delle trasmissioni calcistiche è un problema diffuso in tutta Europa. L’Italia non è nemmeno il Paese più colpito. Questo primato, secondo uno studio dell’EU Intellectual Property Office, spetta alla Spagna, Paese che ospita un campionato ritenuto di eccellenza, da cui proviene la squadra che ha vinto più Champions League (cinque) degli ultimi dieci anni e la cui nazionale ha vinto l’ultimo Europeo.
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