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Mediobanca, l’altolà all’Ops su Banca Generali è il prodromo del matrimonio con Mps

Mediobanca, l’altolà all’Ops su Banca Generali è il prodromo del matrimonio con Mps

“Vedrai, l’operazione non si farà mai”. Così un analista di lungo corso, esperto dei salotti buoni italiani, raccontava il futuro dell’ops di Mediobanca su Banca Generali. Erano i giorni convulsi in cui si parlava della manovra difensiva di Alberto Nagel per impedire a Monte dei Paschi di Siena di prendere il controllo di Piazzetta Cuccia. Sembrava un’idea vincente: prendere un gioiellino del risparmio gestito, puntare ancora più forte sul wealth management (vera gallina dalle uova d’oro nel mondo bancario) in cambio dell’intera partecipazione in Generali, divenuta sempre più motivo di mal di testa per l’amministratore delegato di Mediobanca e per il top management.

Solo che i conti non erano stati fatti correttamente. Fin da subito più di un azionista aveva espresso perplessità sulla bontà dell’operazione. E, nonostante l’endorsement a sorpresa di Francesco Milleri (che però poi non ha votato positivamente), iniziava a serpeggiare un certo nervosismo. Il rinvio, a giugno, dell’assemblea a poche ore dalla convocazione era sembrata un’ulteriore nube all’orizzonte. Ora la bocciatura, con quasi dieci punti percentuali di scarto tra favorevoli e contrari+astenuti. Una bella batosta, con inevitabili ripercussioni sul futuro della banca stessa.

Nagel ha detto senza mezzi termini che il no all’operazione è arrivato da soci “in conflitto d’interesse”. Sarà anche vero, ma poiché le autorità non hanno avuto nulla da eccepire fin qui, è probabile che non vi siano particolari rilievi da portare avanti. Ora l’attenzione si sposta 300 km più in là, a Siena dove Luigi Lovaglio cerca con parecchia difficoltà di superare la quota del 35% delle azioni. Radiomercato dice che ci siamo quasi, ma anche qui qualcuno si dice pronto a scommettere che alla fine non ce la farà. Quello che è certo è che c’è grande, grandissima confusione. Il progetto va avanti, la scadenza dell’8 settembre - a 82 anni dall’armistizio - si avvicina, mentre le adesioni flirtano con il 20%. Anche qui i numeri si possono leggere in vari modi: c’è chi dice che in genere tutti si gettano a capofitto solo negli ultimi giorni; c’è chi sostiene che il livello è però troppo basso.

Si vedrà. Se avessimo un euro da scommettere, lo punteremmo sul fatto che alla fine Mps si prenderà Mediobanca. Ma questo non perché si parteggi per l’una o per l’altra parte, ma solo perché sembra questa - al momento - l’evoluzione più naturale. Certo è che un momento così intricato nel mondo della finanza non lo si ricorda da anni. E chissà che cosa avrebbero detto Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi di fronte a questo inatteso stravolgimento dell’ordine costituito.

LEGGI ANCHE: Mediobanca, nulla di fatto su Banca Generali: l’assemblea boccia l’Ops. Strada spianata a Mps
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