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Le Borse di oggi, 21 luglio. Mercati deboli, focus su Bce e trattative sui dazi

Le Borse di oggi, 21 luglio. Mercati deboli, focus su Bce e trattative sui dazi

Le Borse europee partono deboli nella settimana della Bce, con gli investitori che continuano a monitorare gli sviluppi sul fronte commerciale con le trattative tra l’Unione europea e gli Stati Uniti che vanno avanti a oltranza. Sul fronte macroeconomico, i mercati aspettano la riunione della Banca centrale europea, in calendario giovedì, che si prevede mantenga fermi i tassi di interesse dopo sette riduzioni consecutive.

In questo quadro, entra nel vivo la stagione delle trimestrali su entrambe le sponde dell'oceano, con la pubblicazione dei conti di Alphabet (Google) e Tesla e di alcuni istituti bancari europei, tra cui Unicredit, Bnp Paribas e Deutsche Bank.

Il deficit nell'Eurozona in calo, al 2,9% nel primo trimestre

Nel primo trimestre del 2025, il rapporto tra deficit pubblico e Pil si è attestato al 2,9% sia nell'Eurozona che nell'Ue nel suo complesso. Una decrescita rispetto al trimestre precedente, quando il deficit era pari al 3,2% nell'area euro e al 3,3% nei Ventisette. Anche su base annua si registra una leggera diminuzione: nel primo trimestre del 2024, il disavanzo era al 3% per l'Eurozona e al 3,1% per l'Ue. Lo comunica Eurostat. I deficit più elevati nel primo trimestre del 2025 sono stati rilevati in Romania (7,5%), Francia (5,6%) e in Austria e Polonia (entrambe al 5,1%). Per l'Italia i dati sono confidenziali.

Sale il debito nell'Eurozona, 88% del Pil nel primo trimestre

Sale il debito pubblico nell'Eurozona: alla fine del primo trimestre del 2025 si è attestato all'88% del Pil, rispetto all'87,4% registrato alla fine del quarto trimestre del 2024. Anche nell'Ue l'indebitamento è aumentato dall'81% all'81,8%. Su base annua, rispetto al primo trimestre del 2024, il debito è salito sia nell'Eurozona (dall'87,8% all'88%), sia nei Ventisette (dall'81,2% all'81,8%). Lo comunica Eurostat. L'Italia si conferma il secondo Paese più indebitato, con un rapporto pari al 137,9%, preceduta dalla Grecia (152,5%) e seguita dalla Francia (114,1%). Rispetto all'ultimo trimestre del 2024, i maggiori aumenti del rapporto debito-Pil sono stati osservati in Austria e Slovacchia (+3,5 punti percentuali), Slovenia (+2,9 punti), Italia (+2,5). Le maggiori riduzioni invece in Irlanda (-3,7), Lettonia (-1,2) e Grecia (-1,1).

Confindustria, -0,8% l'impatto sul Pil 2027 se dazi al 30%

Con dazi al 30% e cambio euro-dollaro sui livelli attuali "l'export italiano di beni negli Usa si ridurrebbe di circa 38 miliardi, pari al 58% delle vendite negli Stati Uniti, al 6,0% dell'export totale e, considerando anche le connessioni indirette, al 4,0% della produzione manifatturiera". Lo stima il centro studi di Confindustria che evidenzia quanto sarebbe "forte l'impatto netto sul Pil". L'impatto sulla nostra economia "sarebbe mitigato dalla capacità degli esportatori italiani di trovare nuovi mercati di sbocco e di competere su fattori non di prezzo", ma "nel complesso, il livello del pil italiano nel 2027 sarebbe minore dello 0,8% rispetto al sentiero baseline.

"Scenario complicato", evidenzia il centro studi di Confindustria delineando congiuntura e previsione con la sua analisi mensile 'flash'. "Gli ulteriori annunci sui dazi Usa hanno alzato l'incertezza ed erodono la fiducia", avvertono gli economisti di via dell'Astronomia: "Insieme al dollaro svalutato sono pessime premesse per export, consumi, investimenti". Mentre "notizie positive vengono dal parziale rientro del prezzo del petrolio, l'inflazione contenuta, il sentiero di tagli dei tassi nell'Eurozona". Intanto l'industria italiana "appare stagnante nel secondo trimestre, mentre i servizi crescono poco".

Europa fiacca, effetto conti trimestrali

Borse europee fiacche in avvio di settimana, con i future Usa positivi e gli occhi degli investitori puntati sull'appuntamento di giovedì prossimo con il direttivo della Bce sui tassi. Nel frattempo sono le trimestrali a dare la direzione ai listini, che segnano il passo a partire da Milano (-0,95%). Fanno meglio Madrid (-0,35%) e Parigi (-0,25%), mentre oscilla intorno alla parità Francoforte (-0,05%) e Londra (+0,1%) resiste in territorio positivo. Stabile a 85,5 punti il differenziale tra Btp e Bund decennali tedeschi, con il rendimento annuo italiano in calo di 4,4 punti al 3,5% e quello tedesco di 4,7 punti al 2,64%), mentre si conferma debole il dollaro a poco meno di 0,86 euro e poco sopra le 0,74 sterline. In rialzo l'oro (+0,38% a 3.364,4 dollari l'oncia), il greggio (Wti +0,25% a 67,51 dollari al barile) e il gas naturale (+0,15% a 33,65 euro al MWh).

Stellantis pesante dopo i dati preliminari (-2,38%), mentre Ryanair rimbalza (+5,49%) dopo i solidi numeri. Domani sarà il turno di Unicredit (-1,17%), Asm International (+0,54%), Poste (-0,08%) e Dassault (-1,83%). Deboli anche le rivali Thales (-1,56%),, Saab (-7%), frenata dalla raccomandazione di vendita di Danske Bank e Leonardo (-1,26%), in lizza per rilevare la divisione veicoli militari da Iveco (-0,06%) insieme alla tedesca Rheinmetall (-0,74%). In rialzo i petroliferi Bp (+0,74%), Shell (+0,36%) ed Eni (+0,25%), debole invece TotalEnergies (-0,1%).

Impatto pari a 0,9% Pil Italia con tariffe Usa al 20% e dell'1,4% al 30% (EY)

Le previsioni di EY prevedono una crescita del Pil italiano pari allo 0,6%, destinata a salire allo 0,8% nel 2026. Tuttavia, l'eventuale conferma, a partire dal primo agosto, delle cosiddette reciprocal tariff al 30%, potrebbe comportare una riduzione cumulata del Pil di circa l'1,4%, azzerando di fatto la crescita prevista, con un impatto negativo stimato poco sotto i 30 miliardi tra il 2025 e il 2026. È quanto si legge nel EY Parthenon Bulletin. Se invece le tariffe venissero confermate al 20%, in linea con quanto comunicato agli inizi del mese di aprile, l'impatto economico è stimato intorno ai 20 miliardi di euro e una contrazione del 65% rispetto alle attese di crescita (-0,9% cumulato tra il 2025 e il 2026).

Borse europee aprono deboli, focus su Bce e dazi

Apertura debole per le Borse europee: Londra avanza dello 0,01%, Parigi dello 0,04% e Francoforte guadagna lo 0,08%. In territorio negativo invece Milano che inizia la seduta in calo dello 0,47%. A due settimane dalla fine della proroga del primo agosto, i mercati continuano a sperare che le sue giravolte nelle strategie tariffarie - di qui l'effetto 'Taco' (Trump always chicken out) - non finiranno male.

Anche il segretario al commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, è fiducioso che si possa raggiungere un accordo con l'Unione Europea, nonostante la trattativa con l'Europa si sia fatta più dura, dopo che Trump ha inasprito le sue richieste nei negoziati commerciali con l'Ue, spingendo per un dazio minimo del 15-20%. Inoltre gli Usa starebbero anche pensando di mantenere i dazi sulle auto al 25%. A quel punto, appare quasi inevitabile che Bruxelles ricorra a delle ritorsioni.

Focus anche sulla riunione di giovedì della Bce: non sono attese mosse sul fronte dei tassi, ma si ascolteranno le parole della presidente Christine Lagarde per capire quali potranno essere le prossime mosse. Probabilmente si attende di capire quali sono gli effetti sui dazi, in quanto l'economia dell'Eurozona appare al momento stabile.

Asia contrastata dopo il voto in Giappone, Tokyo chiusa

Seduta contrastata per le principali borse di Asia e Pacifico dopo il voto in Giappone, che ha visto il premier giapponese Shigeru Ishiba perdere la maggioranza dei voti in senato. Ishiba ha promesso di rimanere in carica, ma secondo gli analisti per la Banca del Giappone, se c'è instabilità politica, sarà difficile aumentare i tassi di interesse e la pressione sullo yen continuerà. La moneta nipponica è infatti in forte rialzo sulle altre valute. Tokyo è rimasta chiusa per festività, Taiwan ha ceduto lo 0,18%, Seul ha guadagnato lo 0,71% e Sidney ha perso l'1,02%. Ancora aperte Hong Kong (+0,6%), Shanghai (+0,7%), Mumbai (+0,34%) e Singapore (+0,41%).

Stellantis, -6% consegne mondiali nel secondo trimestre

Nel secondo trimestre 2025 Stellantis ha effettuato a livello mondiale 1,4 milioni di consegne, con un calo del 6% rispetto all'anno precedente. L'azienda ha pubblicato i dati preliminari significativi del primo semestre 2025, non sottoposti a revisione contabile.

Bp nomina Albert Manifold presidente, sostituirà Helge Lund da ottobre

La compagnia britannica Bp ha nominato Albert Manifold nuovo presidente. Il manager entrerà nel cda del gruppo a partire dal primo settembre come direttore non esecutivo e presidente eletto, mentre dal primo ottobre sostituirà Helge Lund nel ruolo di presidente. Manifold è stato ceo del gruppo irlandese di costruzioni di materiali Crh da gennaio 2014 a dicembre 2024.

Ryanair, utile trimestre più che raddoppiato a 820 milioni

Ryanair ha chiuso il primo trimestre con un utile più che raddoppiato da 360 a 820 milioni di euro. Cresce anche il traffico, +4% a 58milioni di passeggeri, che hanno pagato tariffe più alte mediamente del 21%. Secondo l'amministratore delegato Michael O' Leary, “le tariffe del primo trimestre hanno sostanzialmente beneficiato delle vacanze di Pasqua in aprile”, mentre i ricavi ancillari, legati ai servizi extra rispetto al semplice biglietto aereo, "sono cresciuti del 7% a 1,39 miliardi".

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