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La sfida per l’auto europea? Non solo elettrico ma anche AI: solo uno su tre però investe

La sfida per l’auto europea? Non solo elettrico ma anche AI: solo uno su tre però investe
Economia

E’ competizione aperta tra Europa e Cina nel settore auto. Una guerra tra giganti, che si gioca sul campo della tipologia di motorizzazioni, tradizionali o elettriche, come emerge dal dibattito in Italia e in Europa, ma anche sul piano tecnologico, dunque Intelligenza artificiale e simulazione applicate in fase di progettazione e di testing. «I cinesi stanno riuscendo a fare la differenza grazie ad un prodotto di qualità, ingegnerizzato in un tempo molto più veloce»: è la sintesi che fa il ceo di Accenture Italia, Teodoro Lio, su un settore in profonda trasformazione, al centro di una survey realizzata dalla società. Da cui emerge il ritardo dei produttori e della filiera europea: la rilevazione fatta su 3mila c-level a livello globale rivela che solo il 36% ha avviato iniziativa di scala dell’IA e solo il 13% ha ottenuto un valore significativo.

«È una questione di velocità, ma anche di visione e metodo» sottolinea Lio. «L’IA non è solo un acceleratore tecnologico – aggiunge – ma una leva per reinventare l’intera filiera in modo mirato e consapevole: dall’ingegneria al manufacturing, dalla supply chain alla relazione con il cliente. In un settore sotto pressione, l’Intelligenza Artificiale può diventare il catalizzatore per ripensare processi e modelli operativi, rafforzare le competenze di milioni di lavoratori e allineare i tempi di sviluppo a quelli delle best practice globali».

La Cina e i produttori cinesi hanno per primi adottato il paradigma del Soft Defined Vehicle partendo da zero, senza dover riconvertire sistemi produttivi preesistenti. Una scelta che si è trasformata in vantaggio competitivo, aggiunge Lio, come dimostra il caso della piattaforma CARIAD dei tedeschi di Volkswagen, progetto che ha coinvolto un migliaio di ingegneri per lo sviluppo di una piattaforma di SDV, più volte rimandato e rivisto.

Questa difficoltà, accanto al ritardo ad esempio nei brevetti legati a AI e piattaforme SDV e nella capacità di ricerca, «fa si’ che l’Europa insegua gli Stati Uniti che inseguono la Cina» spiega Lio. Un ritardo che porta rischi, che incide su competitività, time-to-market e costi produttivi, ma che rappresenta, al contempo, un importante opportunità.

Le piattaforme di nuova generazione sono capaci di dimezzare, da quattro a due, gli anni necessari per sviluppare un nuovo modello e sono facili da aggiornare e riprogrammare. I produttori che hanno sviluppato da zero un’auto elettrica sono partiti con un paradigma software defined, «questo vale tanto per i cinesi quanto per Tesla o per Polestar» aggiunge Lio.

Ma come se la stanno cavando recuperando i produttori europei? «Stellantis ha lanciato le piattaforme Stla Small, Medium e Large, ma sta anche lavorando alle ADC, le piattaforme legate al Software Defined e alla vision 2030, che sviluppano i sistemi di guida assistita, l’architettura centralizzata dell’auto e il Digital Concept che guarda all’interazione tra guidatore e vettura» spiega Lio. Il fatto però è che per molti dei costruttori tradizionali, le nuove piattaforme hardware sono arrivate prima di quelle software. «In questo ambito, il grosso lo dobbiamo ancora vedere» aggiunge Lio.

In Germania, ad esempio, c’è un ragionamento di sistema sul fallimento nella conversione tra hardware e software negli ultimi anni, e in generale sul processo di transizione digitale nel settore auto. «Il problema dell’industria tedesca è che non è stata abbastanza appealing sull’elettrico, soprattutto per i costi, ma dall’altra parte sta fallendo la transizione al software perché l’ha affrontata con un approccio troppo gigantistico – analizza Lio – serve un atteggiamento più agile, da start up, software driven».

La sfida per i produttori europei è duplice: sviluppare almeno il 30% di modelli SDV, ma anche usare le tecnologie per migliorare i modelli prodotti in maniera tradizionale per garantire competitività. «Al di là del paradigma SDV, l’AI consente di innovare il modo in cui si progetta. Parliamo di generative design, di simulazione e testing usando l’High performing computing, tecnologie che permettono di testare cose nuove in un tempo più veloce e portarle sul mercato prima, lavorando in ottica ancora più collaborativa e di filiera» conclude il ceo di Accenture.

I produttori europei stanno portando sul mercato, tra 2025 e 2026, modelli sviluppati in realtà nel 2020-21, prima di Chat GPT, con il rischio di accumulare ritardo e di perdere appeal rispetto ai competitor cinesi. Secondo Accenture, l’Europa può ancora ritagliarsi un ruolo guida nella nuova era dell’automotive, a condizione che sappia agire con rapidità e in modo coordinato. «Non serve solo una risposta industriale, ma un ecosistema federato, fatto di partnership pubblico-private, infrastrutture condivise, talenti formati e fiducia nelle tecnologie. L’IA è la nostra occasione per tornare a competere – conclude Lio – ma va portata nelle fabbriche, nei centri R&D, nei laboratori di design. Va resa concreta».

«In Italia – conclude – abbiamo tutti gli ingredienti per competere ad armi pari: capacità computazionale, dati, talenti, un framework etico e responsabile. Partiamo da una posizione di forza: ora serve fare sistema, accelerare e trasformare l’opportunità dell’IA in una nuova stagione di leadership per l’automotive europeo».

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