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Generali pronta a trattare sull’offerta di Nagel. E Mediobanca oggi convoca l’assemblea

Generali pronta a trattare sull’offerta di Nagel. E Mediobanca oggi convoca l’assemblea

MILANO – In tarda mattinata dal cda Generali la luce verde - forse più un giallo lampeggiante che invita a procedere con cautela, visto il prevedibile dissenso di alcuni consiglieri - sul proseguimento della trattativa per aderire all’Ops di Mediobanca su Banca Generali. Poi, a strettissimo giro e sempre oggi, un consiglio di amministrazione di piazzetta Cuccia che dovrà convocare l’assemblea dei soci il 21 agosto per il voto - che finora non c’è stato - sull’operazione che prevede di pagare tutta Banca Generali con il 13% delle Generali in suo possesso: il 6,5% al mercato, l’altro 6,5% a Trieste che dovrebbe apportare all’Ops il suo 50,01% di Banca Generali.

L’ultima mossa di Alberto Nagel per non capitolare ai suoi grandi soci Caltagirone e Delfin, che puntano a espugnarlo attraverso l’offerta di Mps su Mediobanca, è in realtà una maratona estiva di quindici giorni. E solo il 21, al traguardo, si saprà se gli azionisti di piazzetta Cuccia hanno scelto di essere acquisiti da Mps o di cedere il 13% delle Generali per diventare polo del risparmio gestito.

Ma anche sulla strada che da Siena va verso Milano potrebbe sorgere qualche ostacolo: ieri la Bluebell di Giuseppe Bivona, piccolo socio di Mediobanca e di Mps, ha chiesto a Consob di sospendere fino a 30 giorni l’Ops senese e di ordinare a Mps di integrare il documento informativo.

Oggi il cda Generali, oltre ad approvare i conti del semestre (utile netto previsto ben sopra i 2 miliardi), dovrà pronunciarsi sulla proposta che Mediobanca ha dettagliato meglio, prospettando di allungare da 5 a 10 anni l’accordo di distribuzione che Banca Generali ha con il Leone e di estenderlo anche alla rete dei 1.500 consulenti di piazzetta Cuccia.

Allo stesso tempo Nagel ha posto come data limite per una reazione proprio quella di oggi. Prevedibile dunque un’apertura di massima delle Generali, con l’altrettanto prevedibile dissenso dei tre consiglieri eletti a Trieste con la lista di minoranza targata Caltagirone. Tanto basterà comunque a Mediobanca per convocare la sua assemblea. Resta da capire come Nagel pensa di poter orientare a suo vantaggio una maggioranza che il 15 giugno - quando a sorpresa rimandò l’assemblea straordinaria che avrebbe dovuto esprimersi sull’operazione - evidentemente non aveva. Qualche speranza potrebbe riporla nella posizione dei fondi previdenziali, il cui attivismo nel coadiuvare Mps ha suscitato critiche. Ma i giochi sono tutt’altro che fatti.

Quanto all’istanza fatta da Bluebell alla Consob, è doppia e punta a rendere gli azionisti Mediobanca «adeguatamente informati dell’esistenza del procedimento amministrativo in corso, per valutarne consapevolmente le potenziali implicazioni sulla loro decisione di aderire». Il procedimento citato è un ricorso al Tar del Lazio con cui il 31 luglio sempre Bluebell ha chiesto di annullare il via libera Consob all’Ops. Questo perché, si legge nelle carte, Mps non ha redatto un «prospetto informativo», ma un documento semplificato «che non rappresenta i suoi rischi principali, inclusa la possibile restituzione di 5,4 miliardi di aiuti di Stato». Ma il documento semplificato, secondo le normative Ias, non si può utilizzare se al termine dell’Ops gli azionisti della “preda” hanno la maggioranza nel capitale del nuovo polo.

E proprio questa, per Bluebell, sarebbe la fattispecie, visto che Mediobanca capitalizza 16,1 miliardi contro i 9,4 di Mps. Il Tar del Lazio deciderà l’8 settembre, ultimo giorno dell’offerta di Mps: da qui la richiesta di Bluebell di sospendere l’Ops da 15 giorni a 30 giorni, per dar modo ai giudici di pronunciarsi prima che gli azionisti decidano cosa fare.

La Repubblica

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