Gender pay gap: MPS, BPER e Banco BPM sono le banche con le minori differenze tra uomini e donne


Monte dei Paschi di Siena (11,35%), Bper (14,54%) e Banco Bpm (16,6%) sono le banche italiane con il minore gender pay gap nel 2024. All’estremo opposto ci sono invece Sparkasse (28,56%), Intesa Sanpaolo (25,8%) e Credem (24,9%), che registrano i divari retributivi più elevati. Anche il settore assicurativo evidenzia ancora significative disparità salariali tra uomini e donne: Reale Mutua presenta un gap del 29%, mentre il Gruppo Generali si attesta al 14%. Tra le cause principali delle disuguaglianze retributive figura la sovrarappresentazione maschile nelle attività di front-office, come il trading, la gestione di fondi e il private banking, che prevedono elevate componenti variabili di stipendio. Le donne, invece, risultano impiegate in prevalenza in ruoli di back-office o nei servizi amministrativi, tradizionalmente meno retribuiti. È questo quanto emerge da un’analisi del Centro Studi Uilca Orietta Guerra, che ha esaminato oltre venti istituti finanziari operanti nell’Unione Europea.

Stando a quanto rileva l’analisi, le banche italiane sembrano essere però sulla buona strada, specie se confrontate col resto dell’Europa. Per quanto riguarda il mondo bancario europeo, infatti, il divario salariale di genere va dal 38,80% di Deutsche Bank Group al 20% di BNP Paribas mentre nel mezzo si trovano: Credit Agricole Group (32,50%), Commerzbank Group (30,50%), Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (28,30%) e Santander (26%). Stesso scenario anche per il gender pay gap delle assicurazioni europee con Axa al 29% e Allianz Group al 25,20%.

“Ridurre il divario retributivo è fondamentale per garantire alle donne indipendenza e autonomia e poter anche evitare situazioni di violenza economica, tra le cause delle troppe forme di violenze di genere. In Italia banche e assicurazioni si stanno impegnando per colmare questa disparità, inserendo nei propri piani industriali l’obiettivo di riduzione del gap salariale, oltre a quello della valorizzazione del personale femminile, ma i dati ci dicono che la strada è ancora lunga”, ha commentato Fulvio Furlan, segretario generale Uilca.
Il gender pay gap si verifica anche all’interno dello stesso gruppo bancario in Paesi diversi. Il gruppo Unicredit, ad esempio, presenta percentuali che vanno dal 36% in Russia al 29% in Germania, al 20% in Italia e al 14% in Bosnia Erzegovina. Queste variazioni suggeriscono che alla base del divario salariale di genere non ci siano unicamente scelte aziendali ma anche fattori esterni, quali la storia sociale, la politica economica del Paese, il ruolo del welfare (pubblico e privato), il livello dei servizi pubblici, le aspettative sociali e il sistema scolastico.
“Il credito italiano in questo periodo è attraversato da diverse possibili operazioni societarie, che danno vita al cosiddetto risiko bancario, in cui potrebbero essere coinvolti oltre 100 mila addetti del settore, pari a circa il 40% della forza lavoro” ha continuato Furlan, “L’armonizzazione dei trattamenti potrebbe essere, inoltre, l’occasione per fare fronte ai problemi di gender pay gap, anche considerando aspetti culturali e sociali propri di ciascun Paese in caso di operazioni cross border. Fondamentali per gestire questi processi devono essere le relazioni sindacali, che rivestono un ruolo centrale e rappresentano un valore aggiunto”.
Stando ai dati forniti da Eurostat, nel 2023 gli Stati con il minore gender pay gap nel settore finanziario in Europa erano il Belgio (14%) e la Spagna (14,1%). In Italia si attestava al 23% in Italia, al 27% in Germania, 27%, e 32% in Francia (al terzo posto per maggiori differenze retributive dopo Repubblica Ceca e Ungheria).

“Siamo consapevoli della molteplicità di fattori che influenzano la retribuzione, ma la metodologia di calcolo, ad oggi adottata nella rendicontazione del divario retributivo, è un primo strumento utile. Il nuovo indicatore S1-16 – Metriche di remunerazione segnerà un passo in avanti molto importante sulla trasparenza poiché permetterà, anche a quanti cercano un lavoro, di conoscere il tipo di ambiente professionale in cui entrare e le possibili prospettive retributive” ha concluso Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca Orietta Guerra.
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