Energia, il retail torna a crescere: volumi in aumento e margini solidi nel 2025

Il settore della vendita agli utenti finali di commodities energetiche mostra segnali di ripresa e consolidamento dopo un periodo segnato da forti oscillazioni di domanda e tensioni sui mercati. Se il 2023 era stato caratterizzato da un calo dei volumi, il 2024 ha registrato una moderata crescita, grazie alla ripresa dell’attività commerciale e a una normalizzazione complessiva delle dinamiche di mercato. Le prospettive per il 2025 appaiono ancora più incoraggianti: gli operatori si aspettano un ulteriore aumento dei volumi di vendita, spinto dall’ampliamento dei portafogli clienti, inclusi quelli industriali, tradizionalmente più energivori. Sono le evidenze contenute nello studio “Evoluzione della rischiosità del settore Energy. Focus sul mercato della vendita di energia elettrica e gas” di Cerved Rating Agency, la principale agenzia di rating italiana, specializzata nel merito creditizio delle imprese e nella misurazione delle performance Esg.
L’agenzia ha effettuato un’analisi sulle società di vendita di commodities energetiche operanti in Italia che hanno fornito dati prospettici puntuali di volumi, ricavi, primo margine e sono state oggetto di valutazione di rating solicited negli ultimi 12 mesi. Il campione copre il 47% dei volumi di energia elettrica e il 41% dei volumi di gas venduti nel 2023 a clienti finali, esclusi i primi 10 operatori di mercato (dati relazione annuale Arera 2024). “Si tratta di un settore in salute - commenta Fabrizio Negri, ceo di Cerved Rating Agency - che nonostante i molti shock a cui è stato sottoposto negli ultimi anni manda segnali più che positivi”. Anche i margini si mantengono solidi. Dopo i forti rialzi registrati tra 2023 e 2024, il 2025 dovrebbe confermare livelli elevati, con una previsione di stabilità o di lieve calo, segnale di un settore che ha trovato un nuovo equilibrio dopo la volatilità seguita alla crisi energetica del 2022. Contestualmente, la rischiosità delle aziende del comparto si sta riducendo. Tra aprile 2024 e aprile 2025, infatti, i rating assegnati alle società analizzate sono stati confermati nel 50% dei casi e migliorati nell’altro 50%, segno di una maggiore stabilità finanziaria e operativa.
Nel dettaglio, per la vendita di energia elettrica, gli operatori prevedono nel 2025 un aumento dei volumi del 3%, dai 35,6 TWh del 2024 a 36,8, trainato da una ripresa dei consumi e da un’intensa attività commerciale. I margini medi hanno segnato rialzi importanti negli ultimi due anni: +185% per le aziende Large e +55% per le Sme nel 2023, grazie alla revisione dei listini e a migliori condizioni di approvvigionamento. Nel 2024 si è assistito a un ulteriore aumento (+37% large, +21% Sme). Per il 2025, tuttavia, le attese sono più caute: si stima un calo del 13% dei margini medi unitari per le Large e una crescita dell’1% per le Sme, riflettendo tensioni geopolitiche, pressione competitiva sui listini e un rallentamento dei passaggi dai servizi a tutele graduali.
Per il settore gas, il 2023 aveva visto un calo marcato dei volumi (-16%) a causa di difficoltà di approvvigionamento e contrazione della domanda. Il 2024 ha invece segnato una ripresa (+8%) grazie alla maggiore disponibilità di gas e alla discesa dei prezzi. Lo stesso incremento percentuale è previsto per il 2025, sostenuto dall’ampliamento del portafoglio clienti, con particolare attenzione alle imprese energivore. Anche la marginalità del gas ha vissuto un triennio di crescita: +94% il dato mediano nel 2023 sul panel analizzato, +27% nel 2024. Per il 2025 si attende un lieve calo degli spread medi unitari (-8%), più marcato per le Large (-30%) rispetto alle Sme (-6%), in un contesto reso complesso dalla concorrenza, dall’uscita rallentata dai servizi a tutele graduali e dal potenziale aumento dei prezzi del gas per la graduale riduzione delle forniture russe.
Dal punto di vista finanziario, emerge una dinamica positiva della leva. La quota di società con posizione finanziaria netta “cash positive” è passata dal 33% del 2022 al 51% del 2024, e si stima salirà al 59% nel 2025. Il miglioramento è legato a margini medi unitari stabilmente più alti rispetto al periodo pre-crisi, a un minore fabbisogno di capitale circolante grazie al calo dei prezzi dell’energia e a condizioni di pagamento più favorevoli ottenute tramite contratti Otc.
Infine, la probabilità di default del settore è in calo: tra aprile 2024 e aprile 2025 si è osservata una riduzione complessiva, con un consolidamento dei rating nelle classi di solvibilità B1.1 e B1.2 e un aumento di quelle nelle classi di sicurezza A2.2 e A3.1. Segno di un comparto che, pur in un contesto sfidante, mostra una crescente capacità di adattamento e resilienza.
La Repubblica