eCommerce: solo il 20% delle aziende ha attivato azioni ESG


Il 70% dei consumatori è attento ai temi di sostenibilità, ma solo il 20% delle aziende ha avviato iniziative concrete. Di conseguenza la sostenibilità emerge come fattore cruciale nelle decisioni di acquisto, con un consumatore su tre disposto a pagare di più per pratiche rispettose dell’ambiente. È questo quanto emerge dalla ricerca condotta dall’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, in collaborazione con DHL Express Italy, che ha valutato la propensione alla sostenibilità ambientale nel settore dell’eCommerce, coinvolgendo 113 imprese online e oltre 1.000 consumatori. L’obiettivo dello studio è stato quello di analizzare le attitudini verso la sostenibilità da parte delle aziende e dei consumatori, evidenziando le differenze e le aree di miglioramento nelle pratiche sostenibili nel settore.
“La ricerca evidenzia una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale da parte sia dei consumatori online sia dei merchant” ha dichiarato Valentina Pontiggia, Direttrice dell’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano. “Sebbene priorità e prospettive non siano ancora pienamente allineate, i consumatori sono sempre più disposti a orientare i propri comportamenti d’acquisto verso scelte più sostenibili. I merchant, d’altra parte, hanno l’opportunità di cogliere questa tendenza. Superare le sfide legate ai costi associati alla sostenibilità è possibile attraverso una maggiore trasparenza e un impegno condiviso da parte di aziende e consumatori”.
Con l’evoluzione del panorama eCommerce, le aspettative delle aziende riguardo alle pratiche sostenibili stanno cambiando. I risultati della ricerca hanno rilevato un divario tra le aspettative dei consumatori e le azioni intraprese dai merchant in materia di sostenibilità. Infatti, il 70% dei consumatori si è dimostrato sensibile alle politiche di sostenibilità dei venditori e alla relativa trasparenza, mentre solo il 20% delle aziende ha avviato progetti per migliorare i propri sforzi in questo ambito. Questa discrepanza rappresenta un’opportunità mancata per i merchant di connettersi con consumatori che pongono la sostenibilità al centro delle loro decisioni di acquisto.
Nonostante questo divario, emergono comunque dati incoraggianti da parte dei comportamenti dei consumatori, dove circa due consumatori su tre si sono dichiarati disposti a modificare le proprie abitudini di acquisto per contribuire a un impatto ambientale ridotto. Inoltre, un consumatore su tre è pronto a pagare di più per opzioni di consegna sostenibili o per prodotti certificati, mentre molti considerano attivamente la sostenibilità prima di effettuare un acquisto, rifiutando di comprare da aziende che non la promuovono.
Tuttavia, un numero significativo di merchant risulta ancora impreparato a soddisfare queste aspettative. Due terzi delle aziende non commercializzano prodotti certificati come sostenibili e molti non hanno ancora implementato iniziative di riciclo per il packaging. Il panorama attuale, dunque, ha dimostrato che molti merchant si trovano ancora nelle fasi iniziali del loro percorso verso la sostenibilità: un elevato numero di aziende non ha un responsabile dedicato alla sostenibilità e molte esitano a investire in iniziative sostenibili a causa di barriere economiche o culturali percepite. Anche se il 54% delle aziende ha iniziato a investire in sostenibilità, la maggior parte destina meno del 6% del proprio fatturato a questi sforzi.
Nonostante le sfide, c’è una crescente consapevolezza tra i merchant riguardo alla necessità di adottare pratiche sostenibili. Gli investimenti sono principalmente motivati da considerazioni reputazionali ed efficienza operativa, indicando che le aziende stanno iniziando a comprendere i benefici a lungo termine della sostenibilità.
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