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Dazi, ecco la risposta Ue a Trump: contro-tariffe da 93 miliardi contro gli Usa e apertura ai mercati asiatici

Dazi, ecco la risposta Ue a Trump: contro-tariffe da 93 miliardi contro gli Usa e apertura ai mercati asiatici

La risposta di Ursula a Trump

Dazi, ecco la risposta Ue a Trump: contro-tariffe da 93 miliardi contro gli Usa e apertura ai mercati asiatici

La priorità resta quella di raggiungere l’intesa con Washington, ma a Bruxelles la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen non si farà trovare impreparata di fronte all’offensiva statunitense sui dazi, che dal primo agosto prossimo scatteranno con tariffe doganali per le merci europee al 30 per cento, che si sommerebbero alle altre già in vigore da diverse settimane su acciaio, alluminio e automobili.

La risposta che stanno preparando i tecnici di Bruxelles prevede una lista unica di contro-dazi dal valore di 93 miliardi di euro, che scatterebbero dal 7 agosto in caso di mancato accordo con Donald Trump. “La priorità è il negoziato ma parallelamente continua la preparazione delle contromisure”, ha spiegato un portavoce dell’esecutivo europeo.

I negoziati in ogni caso non si fermano: anche oggi il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, parlerà di nuovo al telefono con il suo omologo americano, Howard Lutnick. Sul piatto gli Stati Uniti potrebbero offrire una riduzione dei dazi dal 30 al 15 per cento contro le merci Ue in cambio di un trattamento di favore per le Big Tech Usa e il settore farmaceutico: da Washington in sostanza si chiede di escludere le aziende americane del tech dall’applicazione di alcune disposizioni dei regolamenti europei. Tema su cui però si registrano posizioni differenti all’interno dell’Unione Europea: è in particolare la Francia di Emmanuel Macron a spingere maggiormente per tenere la barra dritta, una linea dura, contro la guerra commerciale di Donald Trump.

In attesa di novità sul fronte Washington-Bruxelles, l’Europa cerca altrove altri partner commerciali. L’asse ricercato è quello con i giganti asiatici, dall’India alla Corea del Sud, passando per Giappone e Cina. “Stiamo lavorando per ristabilire il nostro partenariato con gli Stati Uniti su basi più solide. Ma sappiamo anche che l’87% del commercio globale avviene con altri Paesi, molti dei quali alla ricerca di stabilità e opportunità”, le parole non casuali di Ursula von der Leyen ricevendo la laurea honoris causa dall’università di Keio, a Tokyo. “Paesi da tutto il mondo vengono da noi per fare affari: dall’India all’Indonesia, dal Sud America alla Corea del Sud, dal Canada alla Nuova Zelanda. Stiamo tutti cercando di forgiare la nostra forza e la nostra indipendenza. Solo lavorando insieme possiamo farlo”, ha evidenziato la presidente della Commissione Ue.

Proprio il Giappone, come annunciato da Donald Trump, ha stretto un accordo sui dazi con la sua amministrazione che dovrebbe entrare in vigore a partire da agosto. Le tariffe doganali per le merci giapponese verranno ridotte dal 25 al 15 per cento, compreso il fondamentale settore dell’automotive. Giappone che in cambio, sempre secondo quanto riferito da Trump, investirà 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti: non ci sono grandi dettagli sull’operazione, che potrebbe coinvolgere il settore dell’aviazione, energia, intelligenza artificiale e semiconduttori.

l'Unità

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