Consumi famiglie in Lombardia, un altro stop: meno spese nei negozi tagli a extra e ristoranti

23 lug 2025

Acquisti
Milano – Nei primi sei mesi le famiglie hanno speso l’1,1% in meno dello stesso periodo del 2024. Una frenata resa meno violenta solo dal risultato positivo di maggio (+2,4%) che ha mitigato il rallentamento del primo trimestre (-2,5%) e il bilancio negativo di aprile, dove neppure la concentrazione di Pasqua e dei ponti del 25 Aprile e del 1° Maggio ha risollevato i mercati. A giugno, secondo i dati dell’Osservatorio Confimprese-Jakala permanente sull’andamento dei consumi, la ripresa si è fermata. Gli acquisti in Lombardia sono stati simili per valore degli scontrini a quelli di un anno fa (+0,3%), lasciando per strada quanto recuperato a maggio.
I poli commerciali analizzati nel primo mese estivo dall’associazione che rappresenta 450 marchi e 90mila punti vendita del settore retail presentano scostamenti minimi rispetto allo stesso periodo del 2024: +0,9% Sondrio, +0,8% Como e Varese, +0,2% Brescia e Milano, -0,8% Bergamo. In flessione, invece, il valore delle spese nelle province di Monza e Brianza (-1,1%), Cremona (-1,7%), Mantova (-2%) e Lodi (-2,1%). Allargando l’indagine al primo semestre, il dato finale lombardo (-1,1%) è il risultato del miglioramento di Sondrio (+1%), della tenuta di Mantova (+0,1%), Brescia (-0,2%) e Varese (-0,3%) e delle frenate di Como (-1,2%), Milano (-1,3%) e Cremona (-1,9%) a cui si aggiungono quelle più violente di Bergamo (-2,6%), Monza e Brianza (-2,9%) e Lecco (-3%).
Le spese sono state destinate soprattutto all’abbigliamento, il settore che a giugno ha incrementato di più il valore dei consumi (+3,5%). Un effetto anche del caldo che, rispetto al 2024, ha indirizzato gli acquisti verso calzature e vestiti prima dell’avvento dei saldi. In calo invece la ristorazione (-2,6%) e il settore “altro retail“ (-9%), che comprende casa-arredo, elettronica, telefonia, libri, cura delle persona e fitness. Guardando all’intero semestre, abbigliamento e accessori hanno confermato i dati del 2024 (-0,4%) mentre la ristorazione ha perso l’1,9%. Tagli ancora più significativi hanno interessato l’altro retail (-5,4%).
Nel mese di giugno le vendite si sono concentrate soprattutto nei centri commerciali: rispetto allo stesso mese di un anno fa il valore dei consumi è salito dell’1,9%, mentre per i piccoli esercizi di prossimità la crescita non c’è stata (+0,4%). In flessione gli acquisti nelle “high street“, le strade dello shopping (-6,6%). Segno che i consumatori nel weekend, in cui si realizza oltre il 40% del fatturato totale della settimana, preferiscono le mete dello shopping che offrono anche momenti di svago e intrattenimento rispetto ai centri storici.
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