Come funziona il diritto di recesso per un corso online?

Un click su “acquista ora”, una promessa di formazione rapida e accessibile, e il contratto è fatto. Negli ultimi mesi il boom dei corsi online, dalla lingua straniera alle competenze digitali, fino ai master lampo per professionisti, ma quando è possibile ripensarci e chiedere il rimborso? Solo nel 2024 l’Antitrust ha multato diverse piattaforme di e-learning per pratiche commerciali scorrette legate alle condizioni di recesso e rinnovo automatico degli abbonamenti.
Il recesso vale per i corsi online?Il diritto di recesso è tra le tutele più rilevanti nel caso di contratti a distanza, cioè quelli conclusi su internet o fuori dai locali commerciali, dove il consumatore non ha la possibilità di valutare il bene o servizio prima dell’acquisto.
L’art. 52 del Codice del Consumo (D.lgs. n. 206/2005) stabilisce che:
“Il consumatore ha 14 giorni per sciogliere il contratto senza penali e senza dover fornire alcuna motivazione.”
La tutela, però, non riguarda indistintamente tutti gli acquirenti. L’art. 3 Cod. Cons. definisce consumatore “la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale”. È solo a questa figura che spettano le garanzie di recesso. Chi acquista come professionista non beneficia della disciplina: un avvocato che si iscrive a un corso di aggiornamento professionale o un artigiano che acquista un pacchetto formativo per il lavoro, sono legati solo alle condizioni contrattuali previste dal fornitore.
Non è l’elemento formale ad essere dirimente, ma la finalità concreta dell’acquisto: se un soggetto titolare di partita IVA compra un corso per fini personali ( ad esempio un corso di fotografia o di cucina) mantiene lo status di consumatore e il relativo diritto di recesso entro 14 giorni.
Quando il recesso è escluso?L’art. 59 lett. o) Cod. Cons. stabilisce che il recesso è escluso per la fornitura di contenuti digitali non forniti su supporto materiale (come videolezioni preregistrate, PDF scaricabili, piattaforme e-learning). In particolare, se il corso è costituito da contenuti digitali non forniti su supporto materiale (videolezioni, PDF scaricabili, piattaforme e-learning) se e solo se:
- il consumatore ha prestato consenso espresso all’avvio dell’esecuzione;
- ha accettato di perdere il diritto di recesso;
- l’esecuzione è effettivamente iniziata, ad esempio con l’accesso alla piattaforma o lo streaming del primo contenuto.
Se anche uno solo di questi requisiti manca, il recesso rimane esercitabile. Pertanto, non è sufficiente l’invio delle credenziali di accesso se l’utente non ha ancora effettuato il login o non ha visualizzato i materiali (CGUE C- 641/19, PE Digital).
In sostanza, la tutela del recesso serve a tutelare chi compra “a scatola chiusa”, ma non può trasformarsi in un uso distorto, come guardare il corso per intero e poi pretendere il rimborso.
Lezioni live già erogate o servizio completatoUn diverso regime riguarda i corsi live (lezioni in diretta, webinar, workshop virtuali), che sono giuridicamente sono qualificati come servizi.
L’art. 59, lett. a), Cod. Cons. stabilisce che:
“Il diritto di recesso viene meno una volta che il servizio è stato completamente eseguito, se l’utente aveva chiesto l’avvio durante i 14 giorni.”
Invece, se l’attività è già iniziata il consumatore deve corrispondere al fornitore un importo proporzionale alla parte già erogata (art. 57, co. 3, Cod. Cons.). In sostanza, chi si iscrive a un ciclo di cinque lezioni live e recede dopo aver seguito la prima, avrà diritto al rimborso delle quattro non ancora svolte, ma non di quella già ricevuta.
Informativa e prove: cosa rende valida l’esclusioneIl diritto di recesso può essere escluso solo se il consumatore è stato avvisato in modo chiaro prima di concludere il contratto. È un obbligo che discende dall’art. 49, comma 1, lett. h) del Codice del consumo e che grava interamente sul fornitore.
“L’informazione sulla perdita del diritto di recesso deve comparire prima che il contratto sia vincolante”.
Una spunta generica non è sufficiente: il consenso deve essere espresso con un atto positivo e inequivocabile, proprio perché comporta la rinuncia a un diritto e deve avvenire:
- nel checkout, accanto al pulsante di pagamento;
- nei Termini e Condizioni, con un linguaggio semplice e non ambiguo;
- in una schermata che richieda una spunta separata, distinta dall’accettazione dei T&C.
L’art. 51 Cod. Cons. prevede che il contratto e le informazioni precontrattuali siano confermati su un supporto durevole, ad esempio una e-mail di riepilogo contenente le condizioni generali e le regole sul recesso. Il supporto durevole garantisce che l’utente possa conservare la prova delle condizioni accettate.
Se l’informativa manca o è poco chiara, la legge considera nulla l’esclusione. Inoltre, l’art. 53 Cod. Cons. estende il termine per recedere fino a 12 mesi oltre i 14 giorni ordinari. In pratica, un’informativa carente espone il fornitore al rischio di richieste di rimborso fino a un anno e due settimane dopo la stipula del contratto.
Come si esercita il recesso?Il termine di 14 giorni per esercitare il diritto di recesso decorre dalla conclusione del contratto. Se si tratta di un corso in diretta non ancora iniziato, il periodo di ripensamento parte da quel momento; lo stesso vale per i contenuti digitali, salvo che l’utente abbia chiesto l’attivazione immediata accettando di perdere il recesso.
Per comunicare la volontà di recedere, si può usare il modulo tipo previsto dall’Allegato I, parte B, del Codice del Consumo. La comunicazione può avvenire mediante il modulo online predisposto dal venditore, con una PEC, con una raccomandata con avviso di ricevimento.
Rimborso entro 14 giorni e pagamento proporzionaleUna volta ricevuta la comunicazione, il venditore deve rimborsare quanto pagato entro 14 giorni, usando lo stesso metodo di pagamento scelto dal consumatore. Non sono ammesse penali né costi aggiuntivi.
L’art. 57, co. 3, Cod. Cons. prevede che:
“Se il consumatore ha chiesto l’avvio del corso durante i 14 giorni di recesso, sarà tenuto a pagare una quota proporzionale rispetto alla parte già erogata.”
Si pensi a un ciclo di cinque lezioni live. Se l’utente chiede l’avvio immediato e partecipa alla prima lezione, ma decide di recedere nei giorni successivi, avrà diritto al rimborso delle lezioni non ancora svolte, mentre resterà a carico il costo della lezione già seguita.
Prova gratuita e recesso: attenzione al passaggio automaticoLa “prova gratuita” sembra un’opzione innocua “nessun costo, prova e poi decidi” eppure può celare rischi. Se la piattaforma concede 30 giorni di accesso e, allo scadere, l’abbonamento si rinnova automaticamente a pagamento, il consumatore non ha diritto a un nuovo recesso. Lo ha chiarito la Corte di Giustizia UE, il recesso opera una sola volta, al momento della conclusione del contratto iniziale (caso Sofatutor, C-565/22, 2023) .
L’unica condizione è che l’utente sia stato informato in modo chiaro, comprensibile ed esplicito del passaggio a pagamento. In mancanza di questa trasparenza, l’esclusione è nulla: il consumatore può eccepire il contratto e recedere anche dopo la prova. In Italia, la giurisprudenza ha più volte ribadito che spetta al professionista provare di aver adempiuto correttamente agli obblighi informativi (Cass. sent. n. 18862/2019).
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