Seleziona la lingua

Italian

Down Icon

Seleziona Paese

Italy

Down Icon

Addio, Candy: storia del marchio che ha cambiato le case degli italiani (e ne ha migliorato, un po’, la vita)

Addio, Candy: storia del marchio che ha cambiato le case degli italiani (e ne ha migliorato, un po’, la vita)

Brugherio, 30 giugno 2025 – Candy, si spegne definitivamente la luce dopo 80 anni di storia. L’era della lavatrice a Brugherio, come si legge nella nota resa pubblica dai sindacati, si chiude: il presidio brianzolo diventerà il nuovo service hub del gruppo cinese Haier, il più grosso produttore di elettrodomestici al mondo, che ha acquistato marchio e fabbrica nel 2018.

Una delle prime pubblicità Candy; a destra, un interno dello stabilimento a Brugherio
Una delle prime pubblicità Candy; a destra, un interno dello stabilimento a Brugherio

Sipario abbassato definitivamente, quindi, su un altro marchio che ha scritto pagine memorabili del made in Italy. L’ennesimo tributo al mix micidiale fra aumenti del costo del lavoro, ingresso sul mercato della concorrenza extraeuropea, digitalizzazione dei processi d’acquisto.

Non rimane altro che celebrare la storia di un’azienda, fra le più importanti – con la varesina Ignis – nella storia della modernizzazione della vita quotidiana delle famiglie italiane.

I primi anni

L’alba della Candy coincide con l’uscita del Paese dal buio della guerra. È il 1945 quando viene alla luce la prima lavabiancheria tutta italiana nelle Officine meccaniche Eden Fumagalli, società che prende il nome dal titolare, figlio di un oste. L’azienda è nata nel 1927 e inizialmente si dedica alla produzione di macchine utensili per il settore tessile.

Peppino Fumagalli, numero uno della Candy fino agli a metà anni '90
Peppino Fumagalli, numero uno della Candy fino agli a metà anni '90

Nel 1945 l’intuizione il cambio di settore. Il primo esemplare si chiama Modello 50. Nel 1946 la Omef cambia nome in Candy, omaggio a una canzone molto popolare in quegli anni (ma anche storpiatura inglesizzante dell’italiano candeggiare).

Con Eden lavorano i figli Enzo, Niso e Peppino. Con loro – Peppino in particolare, che rileverà il timone dell’azienda, guidandola fino alla metà degli anni ‘90 – prosegue nella scalata al mercato, introducendo modelli rivoluzionari per l’epoca, a partire dalla lavabiancheria con capacità 3 kg, dotata di pompa di calore per l’uso dell’acqua calda.

Da Saras a Borletti, da Candy e Star: le ex grandi dinastie industriali e l’idea (finita) che piccolo è bello
Una pubblicità della Candy risalente agli anni '60
Una pubblicità della Candy risalente agli anni '60
Il cambio di marcia

Il successo arride definitivamente a Candy negli anni ‘60, l’età del boom in cui l’elettrodomestico si afferma come bene di massa, a disposizione anche della classe lavoratrice. La svolta arriva con l’automazione dei processi di pulizia, introdotta da Candy a partire da modelli come la lavastoviglie Stipomatic (1966) e solo due anni dopo la Superautomatic 98, la prima lavabiancheria in assoluto con ben sei programmi di lavaggio.

Il Candyzionatore (Joe Colombo), vincitore del Compasso d'oro nel 1970
Il Candyzionatore (Joe Colombo), vincitore del Compasso d'oro nel 1970

Molta attenzione è riservata al design, accattivante ma semplice e lineare. Numerosi elettrodomestici targati Candy hanno vinto premi nazionali e internazionali, in primis il Compasso d’Oro. È il caso del CANDYzionatore C23, progettato da Joe Colombo nel 1970.

Brugherio, la Candy ai cinesi: "Una fine inevitabile"
La promozione

Un altro fronte su cui Candy è molto attiva è quello della pubblicità, dettaglio che consente di far conoscere il marchio a una platea sempre più vasta. Ricordiamo, fra gli altri, il carosello del 1962 di Tic, l’automa perfetto. Oppure il cartoon con canzoncina, risalente alla metà degli anni ‘80, realizzato per la nuova Candy Alisè.

Attenzione è riservata anche all’ambiente e alla sostenibilità, con l’introduzione di modelli che consentano di risparmiare energia e acqua. E proprio per sostenere questo sforzo nel 1977 viene lanciata una campagna che promuove la riduzione degli sprechi. Il claim è “Candy ti aiuta a non sciupare”.

Un fotogramma della pubblicità della Candy Alisè, a metà degli anni '80
Un fotogramma della pubblicità della Candy Alisè, a metà degli anni '80
Il nuovo secolo

Candy continua a crescere, acquisendo fra gli anni ‘80 e ‘90 marchi importanti come Zerowatt e Gasfire. La spesa continua anche all'estero, rilevando la russa Vytaka e, addirittura, nel 2006 la cinese Jinling (pensate un po’, un’azienda italiana che si prende una società cinese...).

Gli ultimi “fuochi” sono l’ingresso nel settore dei piani cottura a induzione (2009) e il lancio di Simply Wi-Fi nel 2014, la gamma di elettrodomestici connessi tramite wi-fi.

Nel 2018 lo scenario si ribalta. Haier, più grande gruppo di elettrodomestici cinese al mondo, si “pappa” Candy. Si palesano le prime difficoltà occupazionali, con l’esigenza sbandierata dall’acquirente di snellire gli organici. Il resto è storia recente, con l’annuncio degli esuberi a luglio 2024 e la richiesta di cassa integrazione di queste settimane. Fino alla sentenza finale: si chiude.

Il Giorno

Il Giorno

Notizie simili

Tutte le notizie
Animated ArrowAnimated ArrowAnimated Arrow